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Blog di Pablo

CORRENDO

11 Marzo 2011 , Scritto da Pablo Con tag #DIARIO PERSONALE

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Frammenti di memoria come saette mi attraversano la mente. Il mio sguardo è concentrato sulle punte dei piedi che mangiano l'asfalto bagnato a velocità regolare. Nelle orecchie il suono del mio ansimare e nel petto il battito veloce di un cuore in fiamme.
Corro ormai da ore, non sento più la fatica fisica e la mia mente sembra galleggiare nell'aria.
E' iniziato quasi per gioco e ora è il motivo per cui mi sveglio al mattino. Apro gli occhi e lancio una sfida a me stesso, devo superare il mio limite. Ieri ho corso per 3 ore e 45 minuti senza mai fermarmi, senza mai cambiare ritmo, senza mai pensare ad altro, se non all'asfalto sotto i miei piedi, e ai chilometri che mi lasciavo dietro le spalle; oggi mi bastano 4 ore, prima di tornare alla realtà, prima di entrare nel mondo, prima di dover indossare la solita maschera, senza la quale non verrei riconosciuto.
Un giorno correndo, ho incrociato un uomo e una donna che correvano nel verso opposto al mio, nell'avvicinarmi a loro ho colto dei brandelli di conversazione, la donna si stava lamentando dei suoi colleghi e dei turni massacranti, l'ho riconosciuta, era una delle commesse del supermercato vicino dove abito, le ho fatto un cenno di saluto, e lei mi ha guardato come fossi un alieno, smettendo per un attimo di parlare. In un primo momento ci sono rimasto male, non mi aveva riconosciuto; poi ho capito, ero senza maschera, non poteva riconoscermi, ero sereno, quasi felice, di essere solo due piedi che amoreggiavano con una striscia di asfalto, neanche mia madre in quelle condizioni mi avrebbe riconosciuto. Di nuovo i lampi mi attraversano il cervello, pillole di un passato ormai sepolto, o di un presente che dimentico ogni notte, quando finalmente chiudo gli occhi, sapendo che poche ore dopo indosserò ancora le scarpette, e andrò a correre, lasciando la maschera li sulla poltrona, inutile nella sua solitaria attesa, certa che prima o poi dovrò ricorrere a lei, per essere qualcuno, perché qualcuno mi riconosca.

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