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Blog di Pablo

La vita è un viaggio

4 Febbraio 2011 , Scritto da Pablo Con tag #DIARIO PERSONALE

 

 

 

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La vita è un viaggio e come tutti i viaggi segue un percorso. Tutti noi abbiamo un percorso già tracciato al momento della nostra nascita, un percorso che ci si svela giorno dopo giorno, dalla cui scoperta traiamo la forza che ci spinge ad andare avanti.

Come ogni viaggio, come ogni percorso, anche nella vita ci si trova spesso di fronte alla scelta tra una direzione da prendere o un'altra, o tra l'opportunità di fare una sosta o riprendere il cammino, e Il frutto di queste scelte, è ciò che chiamiamo destino.

A volte il percorso si rivela gradevole, non faticoso, stimolante, e allora, ci si abitua a questa condizione, quasi fosse scontata, e non consideriamo che dietro ad ogni angolo, ci potrebbero essere sgradite sorprese, o che imboccando una determinata strada, ci si possa smarrire ritrovandosi in una valle di lacrime.

Nel tempo, capita di condividere una parte di percorso con altri, e con questi fare delle soste in cui costruire insieme cose, Ci sono viaggi con poche soste, durante tutta la loro durata e ce ne sono altri con molte soste e con molti compagni di viaggio che si avvicendano lungo il cammino.

Percorendo questo cammino poi indossiamo molti abiti, adatti alle varie situazioni e ai nostri cambiamenti. Ci sono abiti per tutte le stagioni e cambiando noi, di stagione in stagione, anche i nostri abiti cambiano.

Spesso accade che indossiamo abiti che non sentiamo nostri, ma lasciamo correre il tempo, cercando di trovarvi una forma che ci si adatti, a volte continuiamo ad indossarli per tutto il viaggio, altre volte, ad un certo punto non riusciamo più a sopportarli, e vorremmo cambiarli, ma abbiamo smarrito la capacità di provarne di nuovi, e ci sentiamo frustrati perche nel nostro cammino siamo arrivati ad un vicolo cieco, un vicolo che finisce contro il muro dell'impossibilità di cambiare, e dobbiamo prendere una decisione tra le tre possibili.

  La prima decisione, la più facile, è quella di prendere fiato e tornare indietro sui nostri passi, rientrando nel cammino che avevamo appena lasciato, e farci andare bene l'abito non nostro.

La seconda è quella di studiare le fattezze del muro, per trovare la possibilità di scalarlo, e una volta scalato, con molto sforzo, saltare giù dall'altra parte. atterrando però potremmo subire dei danni, che ci constingerebbero ad una sosta forzata che non sappiamo a cosa potrebbe portarci.

La terza, la più violenta e animalesca, è di prendere la rincorsa, e prendere a spallate il muro, per cercare di buttarlo giù. Può riuscirci, e allora, come il lupo che fugge dalla gabbia che lo teneva costretto, iniziamo a correre, malgrado il dolore alla spalla, verso nuove strade, ingnari del dove vanno, ma felici perché ovunque portino, sappiamo di poter provare a cambiarci, e di poter intraprendere un nuovo cammino.

Può anche accadere però, che a forza di spallate perdiamo tutte le nostre forze, senza neanche scalfire il muro di mattoni. Questa è l'ipotesi peggiore, perché non possiamo andare avanti, e non possiamo neanche più tornare indietro, perché mentre assaltavamo il muro davanti a noi, qualcuno ha innalzato un altro muro, dietro di noi, e allora ci accorgiamo di essere imprigionati tra quei due muri, soli con la nostra anima afflitta.

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